lunedì 4 marzo 2024

 4 marzo 2024

Nessuno lo dice

Vorrei che dicesse il foglio quello che non dice nessuno, tra le voci rumorose ciacolanti sulla guerra. Tutti dicono che Putin è l'aggressore, ed è vero. Come tutti gli aggressori, Putin accampa ragioni, in parte false in parte vere. Netanyahu , in risposta al massacro del 7 ottobre, compie un super-massacro, che lo si chiami genocidio o sterminio biblico (ragioni "animali", attribuite nientemeno che a Dio). Vogliamo stare, come umani, fermi alle ragioni "animali" che stanno arrivando a distruggerci? Tutti i commenti  semplicemente obiettivi dicono queste due cose, su Putin e su Netanyahu. Nessuna delle voci rumorose dice che la vera creatività, la vera liberazione, la vera vittoria della vita e della ragione, non sta nel rispondere alla guerra con la guerra, che è imitazione e conferma della violenza, sottomissione e sconfitta della ragione, e vittoria della follia violenta, obbedita e riprodotta. La vera vittoria contro la guerra sta nel frustrare l'aggressore con la coraggiosa disobbedienza di massa. Chi impera vuole obbedienza. La resistenza popolare nonviolenta è una tecnica di difesa che ha una storia consistente, non è un'utopia sognata. Tra il 1900 e il 2019, le lotte nonviolente  hanno avuto successo per più del 50% , quelle violente solo per il 26% (Erica Chenoweth, Come risolvere i conflitti senza armi, Università di Harvard, ed. Sonda 2023). Tanti altri autori lo documentano.

Però c'è un'obiezione grave: contro il massacro - non la sottomissione - come ti difendi? E' vero. Il mite aggredito per strada a coltellate, come si difende? Lo difendono gli altri umani, che si identificano con lui e con la sua vita, il suo diritto. Come si difende un popolo aggredito a morte, come oggi - il caso più evidente - la popolazione civile di Gaza? Lo difende l'intervento non-armato degli altri popoli, di noi spettatori fatti responsabili della comune umanità. Siamo stati capaci di scrivere nelle grandi leggi che la guerra non si deve più fare, ma se un aggressore la fa, sappiamo solo pensare come lui alle armi contro le armi, che è riconoscere le armi come sovrane, superiori alla vita umana. E come possono intervenire i popoli umani in difesa non-bellica delle vite umane offese? Con la parola, sì. Sì, con il giudizio dei deboli tribunali internazionali che affermano quel tanto che abbiamo di diritto internazionale. Sì, coi tentativi diplomatici, pressioni politiche, sanzioni economiche, trattative instancabili, ("meglio un anno di trattative che un giorno di guerra" diceva Alex Langer), tutte cose che la politica sa fare, per il bene come per il male. Poi, si difende il diritto alla vita con la propria vita: con l'interposizione disarmata, forte solo della solidarietà massiccia. L'esperienza più nota fu a Sarajevo 1993, i disarmati fecero tacere le armi (lo ricordava Bettazzi poco prima di morire e di compiere cento anni), ma molte altre esperienze simili non sono registrate nella storia superficiale della forza e non della ragione. I corpi civili di pace, i caschi blu dell'Onu non-armati, l'interposizione nonviolenta al modo di Gandhi, di Badshah Khan (esercito disarmato di 100.000 uomini pakistani), di Martin Luther King, interposizione coraggiosa e numerosa, solleverebbe la coscienza dei militari a servizio degli aggressori, loro strumento fino al risveglio. Oggi molti obiettori e disertori e renitenti si sottraggono agli eserciti in guerra: sono la riserva vincente. La coscienza umana risvegliata è la maggiore forza contro la violenza. La coscienza è il luogo di Dio - comunque tu lo pensi, o non lo pensi - dentro l'uomo: è la forza vitale contro la violenza mortale. La guerra sarà vinta dalle coscienze che la ripudiano, che respingono la morte come regina della vita. L'Uomo veritiero e nonviolento, crocifisso dal clero e dall'impero, è ancora vivo per tutti, sopra le ossa morte di imperatori e condottieri, sterminatori di popoli, vincitori di guerre, ma morti per sempre. La guerra sarà vinta dal coraggio degli obiettori attivi, dal Muro Umano opposto alla violazione della vita. Non "guerra-alla-guerra", ma verità umana opposta alla disumanità. Il pericolo è estremo, la soluzione pure. Dalla guerra ci si difende solo col ripudio creativo, pratico e attivo, della guerra. (e. p.)

Nessun commento:

Posta un commento