domenica 17 marzo 2019

19 03 18 + Luca 6, 36-38 + Come misuriamo, saremo misurati

[36] Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
[37] Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
[38] date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".

Tre precetti (misericordia, perdono, dare in eccesso), due divieti (giudicare, condannare). Per ogni atto di questo vivere, una promessa, quindi cinque promesse: sarete simili al Padre; non sarete giudicati; non sarete condannati; vi sarà perdonato; vi sarà dato in abbondanza. Il vangelo di queste poche righe, dense come tutta la vita di relazione, concrete come le ore di una nostra giornata di vita, si riassume così: la misura che userete per misurare gli altri, misurerà voi. Giudicate con misura stretta? Sarete giudicati strettamente. Usate una misura larga? Anche voi sarete misurati largamente. In un certo modo, decidiamo noi del nostro stare bene o male in mezzo agli altri, del nostro essere trattati e considerati più o meno favorevolmente dagli altri. Certo, non si tratta di una formula per avere successo e felicità, non è uno scudo sicuro dalla malevolenza o maldicenza, o peggio. Gesù ha vissuto queste regole di vita, ed è stato rifiutato, condannato, ucciso. La sordità e la malvagità ci sono. Delle azioni altrui non siamo responsabili, possiamo esserne vittime, ma tutto si tiene: il nostro agire verso gli altri dipende da noi, e influisce sul peggio o sul meglio del loro cuore, sede delle intenzioni e delle azioni. Più immettiamo nel circolo donatività, più diventa possibile riceverne. Di Gesù ucciso, dopo lo sgomento, si è ritrovata la vita che continua a dare vita, anche se noi viviamo male. Torniamo al primo precetto: se diamo misericordia, somigliamo a Dio che crea e semina bene.

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