venerdì 1 marzo 2019

19 03 02 sabato + Marco 10, 13-16 + Diventare come loro

[13] Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.
[14] Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.
[15] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso".
[16] E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

Anche oggi, le mamme presentano i bambini ad una persona buona, specialmente se è famosa (a volte è famosa e non buona: certi dittatori!) per farli toccare, accarezzare. Se poi c'è anche la foto... Nel caso di Gesù la foto è questi 4 versetti, raccontati chissà quante volte da quelle mamme, fino ai loro ultimi giorni, e infine scritti e raccolti da Marco. Ė come se qualcosa di quella bontà, o fortuna, scendesse nel bambino. Toccare è sempre importante, anche tra noi adulti o vecchi. Il corpo è il primo sacramento. Lo usiamo anche troppo poco. Il corpo di Gesù – le braccia, le mani - è il pieno sacramento. La comunione al pane e al vino nella cena eucaristica ci fa toccati e benedetti come quei bambini. Non importa che pensiamo la transustanziazione o la transignificazione, o che non pensiamo nessuna teoria. Importa che crediamo che Gesù ha promesso di essere davvero dove, anche solo due o tre di noi, si riuniscono per fare in sua memoria - «Fate questo in memoria di me» - quel mangiare insieme che è un totale essere insieme, corpo, sangue, vita, spirito. Per questo conta la fede comune a tutti i cristiani, e non le differenti ipotesi teoriche. Per questo si comincia finalmente (a Torino da 8 anni, anche ad Avellino, e qua o là) a celebrare ogni tanto l'eucarestia insieme cattolici e protestanti. Ma torniamo ai bambini. Gesù si arrabbia coi discepoli che li allontanano. Bisogna essere come i bimbi per accogliere il regno di Dio, la realtà nuova. Altrove dice: "Se non diventerete come bambini....". Diventare, non ritornare! Qualcuno mi ha proposto una spiegazione: essere bambini vuol dire crescere, guardare avanti, correre, essere tesi al nuovo, essere capaci di meraviglia, essere all'inizio, sulla soglia, senza la nostra pretesa di aver visto tutto e di saperla lunga, anche su Gesù. Ricordo qualche anno fa, una eucarestia domestica in una famigliola, dove il papà, senza pensarci due volte, diede un pezzetto di pane eucaristico al bambino di due anni. Fece male? Nessuno si scandalizzò.

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