mercoledì 22 dicembre 2021

 Umanità

NUOVO IMPEGNO PER IL DISARMO TOTALE

Cari lettori sensibili all'impegno per la pace giusta e disarmata, mi sto convincendo sempre di più che il nostro lungo lavoro epocale deve, sì, puntare alla neutralità, alla riduzione e controllo delle armi più micidiali e totali, alla riduzione delle spese militari, ma deve sempre più esplicitamente dichiarare e volere il disarmo totale delle società e delle istituzioni.

E' vero che soltanto il cuore mite e nonviolento disarma la mano armata  e l'organizzazione dell'uccidere. Ma è pure vero che alla pace è necessaria la cultura politica della convivenza invece della competizione mortale, invece della geopolitica della minaccia e contro-minaccia mortale, invece del controllo principalmente armato delle tensioni sociali e criminali. Tutte queste sono mete alternative di politica umana, di progresso civile, e sono sempre più da evidenziare, nel tempo i cui gli strumenti di morte scappano persino di mano a chi li possiede, e sono mandati a funzionare da soli, come autonomi meccanismi a scatto (killer robots e simili).

Mettere ogni arma fuori legge, fuori dalla legge del vivere insieme. Possiamo volere di meno? Riprendiamo il pensiero, mai mancato, ma oggi da accentuare, di Gandhi, di Capitini, di Csssola, di tutti gli obiettori: l'uomo non è degno di avere in mano, nell'arma, la vita e la morte di un altro essere umano. O le armi, o l'umanità.

Se ci sono le armi, ci sarà la guerra. Lo stato armato non è pacifico. Non si investono tanti soldi per niente! Per niente non si fa nulla (dogma del capitalismo). Si investono miliardi per uccidere esseri umani: non per altro! Minacciare di morte è uguale all'uccidere.

Se non si vuole la guerra, bisogna non volere le armi. Bisogna non fabbricare le armi. Bisogna non vendere le armi: commercio di sangue umano.

Vogliamo pace, e perciò disarmo. I movimenti per la pace dovranno arrivare a vietare non solo le armi atomiche, sempre puntate sul genere umano, ma tutte le armi.

Come è vietato uccidere, è vietato possedere una pistola. A che serve? A uccidere. Non sa fare altro. Si fa pagare per uccidere.

Noi disarmati rischiamo meno di chi è armato. Lo stato disarmato rischia meno dello stato armato, e superarmato.

Da una invasione (finanziaria? territoriale?) un popolo intelligente e addestrato si difende meglio, con meno dolore e meno vittime, con la resistenza nonarmata e nonviolenta, che con l'esercito. Conoscere la storia vera delle resistenze nonarmate e nonviolente, ci libera dall'immagine della guerra regina della storia.

L'esercito è pericoloso per chi ce l'ha. Ed è uno spreco enorme, a danno della vita e della dignità di tutti.

Non licenziare i militari, ma addestrarli alla difesa civile: per esempio distribuire i vaccini (se vi piace, con la piuma sul cappello).

L'umanità soffre il travaglio del parto, della propria realizzazione vera. Noi anticipiamo col desiderio, con la ragione, con  l'azione, col dialogo tra le culture, con l'ascolto delle vittime, la realizzazione umana.

Come sarà una società e una politica nonviolenta? Gandhi dice di non poterlo prevedere nei dettagli: <<Ad una persona che non ha mai visto le regioni artiche, una loro descrizione, per quanto precisa, può dare un'idea molto vaga. Lo stesso avviene per l'ahimsa>>. <<Lo stato nonviolento non avrà esercito, ma probabilmente avrà ancora bisogno di una polizia. Questo, lo confesso - dice Gandhi - è un sintomo dell'imperfezione del mio ahimsa, ma le sue file saranno composte da seguaci della nonviolenza. Questi saranno i servitori e non i padroni del popolo>>. <<La forza di polizia disporrà di alcune armi, ma ne farà uso solo raramente, se non addirittura affatto. Di fatto i poliziotti saranno dei riformatori>>. << L'India sta cercando di sviluppare una vera democrazia, ossia libera dalla violenza, perché la democrazia e la violenza non possono coesistere>> (Testi di Gandhi raccolti e indicati nel mio Esperimenti con la verità. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini 2005, p. 72).

Pensiamo e lavoriamo insieme.

Enrico Peyretti (7 dicembre 2021)


«Dobbiamo vigilare contro l’acquisizione di un’ingiustificata influenza da parte del complesso militare-industriale, sia palese che occulta. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà e processi democratici. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può trovare un adeguato compromesso tra l’enorme macchina industriale e militare di difesa e i nostri metodi e fini pacifici, in modo che sicurezza e libertà possano prosperare assieme».


Dwight D. Eisenhower, Presidente degli Stati Uniti d’America 
Discorso di addio alla nazione, 17 gennaio 1961



domenica 12 dicembre 2021

 Libri

Il messaggio e i tempi


Luigi Bettazzi: "Sognare eresie. Fede, amore e libertà" (Edizioni Dehoniane, Bologna 2021, pp. 165, euro 12,00)


Per il cammino sinodale della Chiesa, questo libro è importante. Il vescovo Luigi Bettazzi compie 98 anni. Scrive un libro all'anno per tenersi vivo e continuare a svilupparsi. In questo Sognare eresie propone il senso vero di "eresia" (scelta, preferenza): «scegliere la formulazione di verità tradizionali in modo nuovo, più agevolmente comprensibile e coinvolgente nella mentalità di oggi» (p. 7). Così, affronta problemi di interpretazione nel primo e nel secondo Testamento, nella persona di Gesù, nella nostra vita cristiana, negli esiti ultimi della nostra esistenza.

Come intendere i racconti della creazione, del peccato originale, dell'elezione di un popolo, della violenza religiosa? La ragione analizza la realtà, l'intelligenza intuisce i valori (p. 14). I vangeli sono scritti «con parole che vanno comprese nel significato che ad esse davano gli scrittori» (p. 31). Così si interpretano sempre meglio tanti passi del «gioioso annuncio». Incarnazione, Trinità, amore, gioia, il dolore, la teologia del sacrificio espiatorio, sono discusse e spiegate qui in modo serio e semplice, così da risultare un catechismo aggiornato per chi si interroga sui contenuti della fede cristiana.

Gesù è salvatore di tutti: ma chi non è battezzato? Che ne è del limbo tradizionale? Basta la fede? Bettazzi intende che, poiché ogni persona nasce nella grazia (non nel peccato), basta credere, cioè essere aperti a Dio e agli altri, per avere la vita eterna (cfr p. 72-76).

Che cosa è il Regno di Dio, annunciato da Gesù? Viene alla fine di tutto? No, è già in mezzo a noi, è l'umanità descritta nelle beatitudini, aperta a Dio, che è amore e misericordia. La Chiesa è composta dai "convocati", comunità di credenti collegate tra loro. Si formano i vari ministeri-servizi. Col tempo, dopo Teodosio, la Chiesa diventa l'istituzione che conosciamo, e il papa, con lo Stato pontificio, darà alla Chiesa "un volto anche politico", con le relative scissioni, in Oriente e poi in Europa. La sua forma è "piramidale" fino al Concilio Vaticano II, che «rovescia la piramide ponendo al vertice il popolo di Dio». La gerarchia ha il compito «non di comandare ma di servire». È il contrario del clericalismo che papa Francesco deplora come grande male della Chiesa, e anche di quella emarginazione della donna ereditata dal mondo ebraico. Allora, «forse si potrà ripensare a nuove impostazioni ministeriali», come fece la Chiesa primitiva aprendosi "alle genti" e battezzando i non circoncisi, su cui era sceso lo Spirito santo prima dell'acqua del battesimo ( Atti degli Apostoli, cap. 10). Purché si veda che la tradizione non è bloccata sul passato, ma inserisce la verità di sempre nel mondo che si evolve (pp. 76-94).

È paradossale che si vedano come eresia anche alcuni modi di pregare. L'Autore scrive sulla preghiera con solidi appoggi biblici ed esperienze semplici e preziose. Tra l'altro ripropone la tradizione della lectio divina, anche indicando il metodo pratico: lettura, meditazione, contemplazione. Nella preghiera, l'amore per Dio e il desiderio di lui, se è sincero, comporta l'amore per i fratelli, specialmente se bisognosi. E richiede l'umiltà, richiede la pace con gli altri - «vai prima a riconciliarti...» - ed è vera anche se silenziosa, nello Spirito santo, nella gratitudine. È farci umanità in ascolto di Dio. E confida: «Spero sempre di intuire un Gesù che mi sorride» (p. 108). La preghiera eterna di Gesù risorto è la nostra preghiera. Gesù assicura che il Padre darà lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono (Luca 11,13).

Gesù, morto per amore, è vivo, «uscito dal tempo», ma resta a pregare con la sua Chiesa. L'eucaristia «non è tanto il rito che ci dà la presenza reale davanti a cui poi pregheremo» (...), ma «è appunto la nostra grande preghiera, perché ci unisce alla preghiera eterna di Gesù». Perciò non si assiste, ma si partecipa, si prende parte, perché è la preghiera di tutti, non solo del prete: sarebbe bello che il canone fosse recitato tutti insieme, come già fanno alcune comunità (p. 118). Paolo parla (1 Cor 11,20) di una cena del Signore che non risulta avere un presbitero che la presieda. Esempi storici (Giappone nel 1600; Amazzonia) mostrano che la Chiesa è popolo di Dio anche quando la gerarchia è assente o presente solo raramente. Si può dire che, come c'è il battesimo di desiderio, così una comunità priva di un ministro ordinato, se rinnova il memoriale dell'Ultima cena, rende presente Gesù con una «eucaristia di desiderio». Perché non consentire la partecipazione all'eucaristia in un'altra confessione cristiana? Sarebbe un'efficace esperienza di ecumenismo. Eresia? Semmai un sogno, un auspicio (p. 122). «La priorità del popolo di Dio sulla gerarchia dovrebbe sconfiggere ogni rivalsa di clericalismo, cioè di predominio del clero sui fedeli».

Venendo poi alle "eresie sociali" - sempre secondo coscienza, nella quale principalmente incontriamo Dio, secondo il Concilio - l'Autore percorre la propria esperienza: educato alla sottomissione, poi la Fuci, gli studi critici, il Concilio, infine la presidenza di Pax Christi, che lo impegnò sul tema e l'azione per la pace, con la presenza anche in paesi sofferenti per guerre e dittature, poi con l'iniziativa di un dialogo umano e civile con Berlinguer. Altre più recenti "eresie" di Bettazzi sono più note: l'offerta, proibita dal Vaticano, di darsi ostaggio per la liberazione di Aldo Moro; la fama di essere vescovo di sinistra (lui dice "vescovo mancino"...).

Ultimissime eresie? Riflessioni aggiornate su morte, eternità, vita nuova, giudizio finale, paradiso, inferno, corpo spirituale, purgatorio, indulgenze, ecc. Siamo tutti eretici, se eresia significa scelta, perché l'essere umano ha il potere e il dovere di scegliere, entro dati limiti reali, evitando sia la volontà di dominio, sia la sottomissione a forze dominanti. Che cosa è veramente la libertà? Non indifferenza, ma libertà di realizzarsi, libertà di amare. La mia libertà implica la libertà degli altri. La libertà degenera nel «populismo come derivazione incestuosa della democrazia», quando si accampano diritti senza doveri. Un caso significativo è quello dell'aborto, per il quale si ottiene la non punibilità. L'embrione è già un essere umano? C'è chi lo ritiene solo una parte della madre. La legge italiana distingue tra i primi mesi e gli ultimi. Oggi si ritiene che l'ovulo appena fecondato sia un essere umano allo stato potenziale, subordinato, nell'opinione comune, all'umanità pienamente attuale della madre. Oggi il magistero della Chiesa sposa, almeno per precauzione, la prima tesi: l'ovulo fecondato è un essere umano. Ma c'è una questione stimolante: circa il 40% degli ovuli fecondati viene disperso prima dell'insediamento nell'utero. È possibile che la natura condanni quasi metà dei progetti-uomo a fallire? Il teologo Enrico Chiavacci proponeva l'umanizzazione al formarsi della corteccia cerebrale (secondo-terzo mese), e all'accoglienza dalla madre, che impersona l'umanità. La Chiesa dovrebbe essere consapevole della grande differenza tra le situazioni (contraccezione, aborti) in cui è in gioco l'inizio di una vita umana. Dio non ci comanda solo un ordine di cose dettato dalla ragione, ma ci apre all'intuizione più ampia, all'amore generoso.

Lo scopo di questo scritto, conclude l'Autore, è ascoltare interrogativi e idee di molte persone, nella comunità cristiana. La tradizione è dinamica, perché l'umanità è multiforme e in costante sviluppo. I profeti disturbano perché vedono avanti. Il solo parlare di quelle intuizioni ha fatto emarginare l'Autore, il quale, all'età che ha, vorrebbe, anche con fatica, proporle al discernimento della comunità. È misterioso il rapporto tra la nostra limitata libertà e l'onniscienza di Dio: noi sappiamo che siamo responsabili e che Dio non soffoca, ma aiuta la nostra libertà, sostenuta e accresciuta dallo Spirito Santo. La "religione" ha il compito di portare questo messaggio fondamentale nella storia, e «perciò corre il rischio di identificarlo con le modalità temporanee» , di «rendere perenne ma fragile ciò che è funzionale a quel tempo e a quella umanità». Siamo creati per realizzare la nostra libertà, che cresce in ogni momento, e sarà il nostro io per sempre.

Enrico Peyretti, 18 novembre 2021

Libri

Il messaggio e i tempi


Luigi Bettazzi: "Sognare eresie. Fede, amore e libertà" (Edizioni Dehoniane, Bologna 2021, pp. 165, euro 12,00)


Per il cammino sinodale della Chiesa, questo libro è importante. Il vescovo Luigi Bettazzi compie 98 anni. Scrive un libro all'anno per tenersi vivo e continuare a svilupparsi. In questo Sognare eresie propone il senso vero di "eresia" (scelta, preferenza): «scegliere la formulazione di verità tradizionali in modo nuovo, più agevolmente comprensibile e coinvolgente nella mentalità di oggi» (p. 7). Così, affronta problemi di interpretazione nel primo e nel secondo Testamento, nella persona di Gesù, nella nostra vita cristiana, negli esiti ultimi della nostra esistenza.

Come intendere i racconti della creazione, del peccato originale, dell'elezione di un popolo, della violenza religiosa? La ragione analizza la realtà, l'intelligenza intuisce i valori (p. 14). I vangeli sono scritti «con parole che vanno comprese nel significato che ad esse davano gli scrittori» (p. 31). Così si interpretano sempre meglio tanti passi del «gioioso annuncio». Incarnazione, Trinità, amore, gioia, il dolore, la teologia del sacrificio espiatorio, sono discusse e spiegate qui in modo serio e semplice, così da risultare un catechismo aggiornato per chi si interroga sui contenuti della fede cristiana.

Gesù è salvatore di tutti: ma chi non è battezzato? Che ne è del limbo tradizionale? Basta la fede? Bettazzi intende che, poiché ogni persona nasce nella grazia (non nel peccato), basta credere, cioè essere aperti a Dio e agli altri, per avere la vita eterna (cfr p. 72-76).

Che cosa è il Regno di Dio, annunciato da Gesù? Viene alla fine di tutto? No, è già in mezzo a noi, è l'umanità descritta nelle beatitudini, aperta a Dio, che è amore e misericordia. La Chiesa è composta dai "convocati", comunità di credenti collegate tra loro. Si formano i vari ministeri-servizi. Col tempo, dopo Teodosio, la Chiesa diventa l'istituzione che conosciamo, e il papa, con lo Stato pontificio, darà alla Chiesa "un volto anche politico", con le relative scissioni, in Oriente e poi in Europa. La sua forma è "piramidale" fino al Concilio Vaticano II, che «rovescia la piramide ponendo al vertice il popolo di Dio». La gerarchia ha il compito «non di comandare ma di servire». È il contrario del clericalismo che papa Francesco deplora come grande male della Chiesa, e anche di quella emarginazione della donna ereditata dal mondo ebraico. Allora, «forse si potrà ripensare a nuove impostazioni ministeriali», come fece la Chiesa primitiva aprendosi "alle genti" e battezzando i non circoncisi, su cui era sceso lo Spirito santo prima dell'acqua del battesimo ( Atti degli Apostoli, cap. 10). Purché si veda che la tradizione non è bloccata sul passato, ma inserisce la verità di sempre nel mondo che si evolve (pp. 76-94).

È paradossale che si vedano come eresia anche alcuni modi di pregare. L'Autore scrive sulla preghiera con solidi appoggi biblici ed esperienze semplici e preziose. Tra l'altro ripropone la tradizione della lectio divina, anche indicando il metodo pratico: lettura, meditazione, contemplazione. Nella preghiera, l'amore per Dio e il desiderio di lui, se è sincero, comporta l'amore per i fratelli, specialmente se bisognosi. E richiede l'umiltà, richiede la pace con gli altri - «vai prima a riconciliarti...» - ed è vera anche se silenziosa, nello Spirito santo, nella gratitudine. È farci umanità in ascolto di Dio. E confida: «Spero sempre di intuire un Gesù che mi sorride» (p. 108). La preghiera eterna di Gesù risorto è la nostra preghiera. Gesù assicura che il Padre darà lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono (Luca 11,13).

Gesù, morto per amore, è vivo, «uscito dal tempo», ma resta a pregare con la sua Chiesa. L'eucaristia «non è tanto il rito che ci dà la presenza reale davanti a cui poi pregheremo» (...), ma «è appunto la nostra grande preghiera, perché ci unisce alla preghiera eterna di Gesù». Perciò non si assiste, ma si partecipa, si prende parte, perché è la preghiera di tutti, non solo del prete: sarebbe bello che il canone fosse recitato tutti insieme, come già fanno alcune comunità (p. 118). Paolo parla (1 Cor 11,20) di una cena del Signore che non risulta avere un presbitero che la presieda. Esempi storici (Giappone nel 1600; Amazzonia) mostrano che la Chiesa è popolo di Dio anche quando la gerarchia è assente o presente solo raramente. Si può dire che, come c'è il battesimo di desiderio, così una comunità priva di un ministro ordinato, se rinnova il memoriale dell'Ultima cena, rende presente Gesù con una «eucaristia di desiderio». Perché non consentire la partecipazione all'eucaristia in un'altra confessione cristiana? Sarebbe un'efficace esperienza di ecumenismo. Eresia? Semmai un sogno, un auspicio (p. 122). «La priorità del popolo di Dio sulla gerarchia dovrebbe sconfiggere ogni rivalsa di clericalismo, cioè di predominio del clero sui fedeli».

Venendo poi alle "eresie sociali" - sempre secondo coscienza, nella quale principalmente incontriamo Dio, secondo il Concilio - l'Autore percorre la propria esperienza: educato alla sottomissione, poi la Fuci, gli studi critici, il Concilio, infine la presidenza di Pax Christi, che lo impegnò sul tema e l'azione per la pace, con la presenza anche in paesi sofferenti per guerre e dittature, poi con l'iniziativa di un dialogo umano e civile con Berlinguer. Altre più recenti "eresie" di Bettazzi sono più note: l'offerta, proibita dal Vaticano, di darsi ostaggio per la liberazione di Aldo Moro; la fama di essere vescovo di sinistra (lui dice "vescovo mancino"...).

Ultimissime eresie? Riflessioni aggiornate su morte, eternità, vita nuova, giudizio finale, paradiso, inferno, corpo spirituale, purgatorio, indulgenze, ecc. Siamo tutti eretici, se eresia significa scelta, perché l'essere umano ha il potere e il dovere di scegliere, entro dati limiti reali, evitando sia la volontà di dominio, sia la sottomissione a forze dominanti. Che cosa è veramente la libertà? Non indifferenza, ma libertà di realizzarsi, libertà di amare. La mia libertà implica la libertà degli altri. La libertà degenera nel «populismo come derivazione incestuosa della democrazia», quando si accampano diritti senza doveri. Un caso significativo è quello dell'aborto, per il quale si ottiene la non punibilità. L'embrione è già un essere umano? C'è chi lo ritiene solo una parte della madre. La legge italiana distingue tra i primi mesi e gli ultimi. Oggi si ritiene che l'ovulo appena fecondato sia un essere umano allo stato potenziale, subordinato, nell'opinione comune, all'umanità pienamente attuale della madre. Oggi il magistero della Chiesa sposa, almeno per precauzione, la prima tesi: l'ovulo fecondato è un essere umano. Ma c'è una questione stimolante: circa il 40% degli ovuli fecondati viene disperso prima dell'insediamento nell'utero. È possibile che la natura condanni quasi metà dei progetti-uomo a fallire? Il teologo Enrico Chiavacci proponeva l'umanizzazione al formarsi della corteccia cerebrale (secondo-terzo mese), e all'accoglienza dalla madre, che impersona l'umanità. La Chiesa dovrebbe essere consapevole della grande differenza tra le situazioni (contraccezione, aborti) in cui è in gioco l'inizio di una vita umana. Dio non ci comanda solo un ordine di cose dettato dalla ragione, ma ci apre all'intuizione più ampia, all'amore generoso.

Lo scopo di questo scritto, conclude l'Autore, è ascoltare interrogativi e idee di molte persone, nella comunità cristiana. La tradizione è dinamica, perché l'umanità è multiforme e in costante sviluppo. I profeti disturbano perché vedono avanti. Il solo parlare di quelle intuizioni ha fatto emarginare l'Autore, il quale, all'età che ha, vorrebbe, anche con fatica, proporle al discernimento della comunità. È misterioso il rapporto tra la nostra limitata libertà e l'onniscienza di Dio: noi sappiamo che siamo responsabili e che Dio non soffoca, ma aiuta la nostra libertà, sostenuta e accresciuta dallo Spirito Santo. La "religione" ha il compito di portare questo messaggio fondamentale nella storia, e «perciò corre il rischio di identificarlo con le modalità temporanee» , di «rendere perenne ma fragile ciò che è funzionale a quel tempo e a quella umanità». Siamo creati per realizzare la nostra libertà, che cresce in ogni momento, e sarà il nostro io per sempre.

Enrico Peyretti, 18 novembre 2021