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maggio 2018 – Viene Pentecoste
Viene
Pentecoste. Non è una domenica come le altre. Non è la fine del
periodo pasquale, col ritorno alla liturgia ordinaria, senza aggiunte
speciali. Non è la festa della fondazione della Chiesa che si
ingrandisce, recluta fedeli da tutti i popoli e diventa un
impero spirituale (e non solo...). Non ce ne rendiamo conto, ma la
Pentecoste è il frutto della Pasqua. E' la festa cristiana più
importante di tutte. A Natale tutti buoni: Dio è un bel bambino,
sospendiamo i nostri litigi, ci facciamo qualche regalo, con le
canzoncine adatte. A Pasqua è quasi primavera: Gesù, sì, è vero,
il clero ebraico e l'impero romano l'hanno ammazzato, ma lui è
risorto, tranquilli. Ci sfugge il fatto che, sapendo di morire e
scomparire, ha detto che era meglio che lui andasse via, e aveva
promesso ai suoi, e così anche a noi, di mandarci e metterci in
cuore il suo Spirito, per farci vivere la sua vita. Se fosse risorto
e tornato nei suoi cieli, la nostra storia con lui finirebbe a
Pasqua, col decollo verticale dell'Ascensione. E non è forse così,
tante volte, per noi cristiani distratti? Invece, Dio non è più
lassù chissà dove, fuori di noi (il Dio "estrinseco",
diceva Michele Do), dopo aver fatto una incursione quaggiù, per
dirce alcune belle cose, darci la sua legge da rispettare, e poi via,
lassù dove non si vede. Lo Spirito di Dio è dentro di noi, se ce ne
rendiamo conto e lo sentiamo vivere e farci vivere. Il profeta ci
aveva promesso il trapianto di un cuore di carne al posto del nostro
cuore di pietra. La Pentecoste è la festa di questo trapianto. E' la
festa più grande della vita cristiana. Ci è dato un cuore di carne,
il suo spirito è dentro di noi: cioè, il suo sentimento, il suo
stile di vita, il suo modo di guardare gli altri e le cose, la sua
mentalità, anche se si esprime in tanti e vari modi. E la Pentecoste
è festa anche per chi non lo sa, perché lo Spirito riempie l'orbe
terracqueo, è effuso in tutti i cuori, senza differenze di popoli e
religioni, è più grande di tutte le chiese, e ispira il bene in
tutti, se abbiamo un ascolto interiore. E' la festa più grande. Io
metto la camicia bianca e la cravatta, come solo tre o quattro volte
all'anno.
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