domenica 15 marzo 2020

Pandemia: Un tempo per pensare (15 marzo 2020)

Un tempo per pensare
E' domenica 15 marzo, chiusi in casa. Ho messo la camicia bianca, come ad ogni festa. Bisogna fare movimento, camminare, alzarsi e sedersi più volte di seguito, flessioni, qualche lavoro manuale. Io sto ancora troppo seduto. Ieri raffreddore e testa pesante: pensavo di essermelo beccato. Oggi bene.   -  Importanza delle finestre: esiste il cielo e il fuori. Là hanno messo un tricolore, e là un panno: "ce la faremo". Arriva un wh nazionalistico: "patria, Italia, tricolore, vincere!" (vincere contro il virus, s'intende). Invece il virus dimostra che il mondo è unico, senza confini, come l'ambiente, le culture, le religioni, la giustizia, ecc.:  differenti nell'unità dell'unica umanità nell'unico mondo.   -  Il punto è qui. Finora pensavamo che la differenza facesse separazione. Noi cattolici, i cinesi confuciani e/o comunisti maoisti capitalismo di stato. Da imparare subito, oggi per il domani: c'è differenza nell'unità, e unità nella differenza. Difficile? Necessario, per salvarci.   -  Telefono a qualche anziano non digitale. Tra le conoscenze vicine nessun caso, tra le lontane uno, uomo non vecchio, nei primi giorni.  -   Ho visto su vatican.va la messa di Francesco: erano in tre, dentro lo schermo. Ma davanti allo schermo, chissà quanti: lontani e però vicini, un prodigio nuovo.  -  Ci saranno effetti opposti: si imparerà la lezione; si butterà dietro la schiena l'opportunità (che sta in ogni avversità). Il virus obbliga a pensare: non è poi così malvagio. Potrebbe però essere un po' più gentile e nonviolento: non uccidere! Ma noi cosa gli abbiamo insegnato? Sù, abbiamo tempo per pensare. Ciao, Enrico

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