sabato 25 settembre 2021

 

21 08 30 La guerra è fallita

La cultura politica corrente ora si piange addosso, ma nel '91 e nel 2001, giustificava le guerre Usa che coinvolgevano anche noi, per "esportare la democrazia". Questa cultura politica del sistema non ha mai rinnegato la guerra. Noi possiamo rinnegarla oggi che è fallita, perché l'abbiamo rinnegata fino da Gandhi, fino dal 1940, quando scrive: «Voi volete eliminare il nazismo, ma non riuscirete mai ad eliminarlo adottando i suoi stessi metodi» (cioè con la guerra).«La guerra non può essere vinta in altro modo» ("Appello agli Inglesi per la resistenza nonviolenta al nazismo", in Harijan, 7 luglio 1940; in "Teoria e pratica della nonviolenza", Einaudi 1973, pp. 250-251). La guerra contro la violenza è competizione imitativa: perciò fallisce. Perciò è sconfitta in partenza. Nel 1945 la vittoria militare ha sostituito il nazismo con la minaccia bellica nucleare sul mondo. Un vanto italiano: il terrorismo non è stato vinto con la violenza, ma soprattutto con la resistenza della coscienza popolare. La democrazia dei diritti umani o diventa pacifica, e rinuncia-supera la guerra, oppure fallisce. La guerra è la maggiore contraddizione dei diritti umani. La violazione dei diritti umani è inseparabile, nella guerra, tra una parte e l'altra: ogni arma offende tutta l'umanità, anche di chi la usa. Chi di spada ferisce di spada perisce. Al terrorista suicida non c'è minaccia di morte che lo possa fermare, perché la propria morte è il suo strumento: l'unica difesa è sia la giustizia universale, che gli tolga motivi di rivendicazioni, sia il dialogo amico tra le culture e religioni, che smonti l'ideologia di superiorità religiosa-culturale (questo peccato è stato ed è ancora tipico dell'Occidente, dalle crociate alle colonie, al capital-imperialismo). Viviamo oggi una svolta pericolosa: fallito l'impero Usa, come l'impero URSS nel 1989, viene il governo delle armi? No! Viene l'ora di una costituzione mondiale pluralistica del rispetto pieno dei diritti umani di tutti, la fine del sistema che crea "gli scarti" e le immense diseguaglianze. La violenza strutturale-economica e la violenza culturale-superba stimolano la violenza ribelle e poi la risposta della violenza repressiva: una catena di fallimenti e di dolori. Ma l'umanità potrà uscirne: tocca a noi tutti pensare, ritrovare e volere le vie della pace nella giustizia per tutti gli umani e tutta la terra.

Enrico Peyretti, 30 agosto 2021



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