20 novembre 2003 Rathaus di Duesseldorf
JOSEF SCHIFFER, UOMO DI PACE
(nato 19-2-1914, morto 16-1-2011)
(nato 19-2-1914, morto 16-1-2011)
Testo italiano
del discorso pronunciato il 20 novembre 2003 in occasione
della consegna a Josef Schiffer, nella Rathaus di Duesseldorf, da
parte dell'Oberbuergermeister della città, della Croce al Merito
della Repubblica Federale di Germania, conferita dal Presidente della
stessa Repubblica.
Sono
felice di essere presente a questa importante premiazione del
signor
Josef Schiffer, ma soprattutto sono felice e onorato di essere suo amico. Io
lo conosco, in un certo senso, da 58 anni.
Un giorno di aprile 1945, appena finita la guerra, vidi fucilare tre soldati
tedeschi, che avevano perso il contatto coi loro reparti in ritirata. Avevo
nove anni e non posso dimenticare quella scena.
La lotta dei partigiani italiani contro il nazismo e il fascismo era giusta.
Ma quella fucilazione fu profondamente ingiusta, perché quei tre soldati
erano disarmati, non minacciavano nessuno, non erano personalmente
colpevoli. Ciò dimostra, a mio giudizio, che dobbiamo tutti imparare a
risolvere i conflitti senza l'uso delle armi che uccidono, le quali rendono
insensibili al rispetto sacro della vita umana. Troppi episodi di ferocia
omicida si verificano, in tutti gli eserciti, molto al di la' delle
necessita' di difesa.
Seppi quel giorno che c'era nel paese un quarto soldato tedesco, che non fu
fucilato, perché aveva trattato con umanità e rispetto la popolazione
civile italiana durante l'occupazione militare. Aveva difeso i civili da
alcuni provvedimenti ingiusti dell'esercito occupante. Aveva salvato molti
uomini. Al momento della ritirata si era rifiutato di far saltare la
polveriera di cui era responsabile, nel paese di Pallerone, vicino alla
città di Aulla, perché non voleva causare altri danni e dolori alla
popolazione. Ci sono documenti che attestano questi fatti. Chi era quel
soldato tedesco?
Nel 1995 si festeggiavano in Italia i cinquant'anni dalla Liberazione. Io
ripensai a quei tre soldati uccisi e a quel quarto soldato, che non avevo
mai visto. Riuscii a rintracciarlo a Duesseldorf. Seppi il suo nome. Il
sindaco di Aulla lo invito' alla festa per il cinquantesimo anniversario
della Liberazione, e invito' anche me. Cosi' conobbi Josef Schiffer. Io ho
visto nel 1995 con quanta amicizia e quanta festa gli anziani del paese lo
hanno accolto e abbracciato, perché ricordavano bene la sua azione in
difesa della popolazione civile. Da quel giorno siamo diventati grandi
amici.
Per i suoi meriti di pace, il 24 marzo 1999, il Presidente Oscar Luigi
Scalfaro ha insignito Schiffer dell'onorificenza di Commendatore della
Repubblica Italiana.
Io ammiro il mio amico Josef, perché, dentro la guerra che vuole farci
diventare cattivi, restò buono e giusto. Egli fu più uomo che soldato. Lo
ammiro e lo ringrazio, perché i nostri due popoli sono ora amici per merito
di uomini come lui, che costruirono la pace anche dentro la guerra.
La vera vittoria non e' dominare un altro, ma e' costruire insieme giustizia
e pace.
Oggi, questo onore che la Germania rende al cittadino di pace Josef
Schiffer, e' un onore per tutta la Germania. Le sue grandi tradizioni di
cultura e di civiltà, che il nazismo aveva tradito e offeso, sono
riaffermate nella pace, nell'amicizia tra i popoli. Dunque, contro le troppe
violenze militari ed economiche che ci sono nel mondo, e che generano altre
tremende violenze, lavoriamo insieme nella nuova Europa per la giustizia e
la pace.
Josef Schiffer, ma soprattutto sono felice e onorato di essere suo amico. Io
lo conosco, in un certo senso, da 58 anni.
Un giorno di aprile 1945, appena finita la guerra, vidi fucilare tre soldati
tedeschi, che avevano perso il contatto coi loro reparti in ritirata. Avevo
nove anni e non posso dimenticare quella scena.
La lotta dei partigiani italiani contro il nazismo e il fascismo era giusta.
Ma quella fucilazione fu profondamente ingiusta, perché quei tre soldati
erano disarmati, non minacciavano nessuno, non erano personalmente
colpevoli. Ciò dimostra, a mio giudizio, che dobbiamo tutti imparare a
risolvere i conflitti senza l'uso delle armi che uccidono, le quali rendono
insensibili al rispetto sacro della vita umana. Troppi episodi di ferocia
omicida si verificano, in tutti gli eserciti, molto al di la' delle
necessita' di difesa.
Seppi quel giorno che c'era nel paese un quarto soldato tedesco, che non fu
fucilato, perché aveva trattato con umanità e rispetto la popolazione
civile italiana durante l'occupazione militare. Aveva difeso i civili da
alcuni provvedimenti ingiusti dell'esercito occupante. Aveva salvato molti
uomini. Al momento della ritirata si era rifiutato di far saltare la
polveriera di cui era responsabile, nel paese di Pallerone, vicino alla
città di Aulla, perché non voleva causare altri danni e dolori alla
popolazione. Ci sono documenti che attestano questi fatti. Chi era quel
soldato tedesco?
Nel 1995 si festeggiavano in Italia i cinquant'anni dalla Liberazione. Io
ripensai a quei tre soldati uccisi e a quel quarto soldato, che non avevo
mai visto. Riuscii a rintracciarlo a Duesseldorf. Seppi il suo nome. Il
sindaco di Aulla lo invito' alla festa per il cinquantesimo anniversario
della Liberazione, e invito' anche me. Cosi' conobbi Josef Schiffer. Io ho
visto nel 1995 con quanta amicizia e quanta festa gli anziani del paese lo
hanno accolto e abbracciato, perché ricordavano bene la sua azione in
difesa della popolazione civile. Da quel giorno siamo diventati grandi
amici.
Per i suoi meriti di pace, il 24 marzo 1999, il Presidente Oscar Luigi
Scalfaro ha insignito Schiffer dell'onorificenza di Commendatore della
Repubblica Italiana.
Io ammiro il mio amico Josef, perché, dentro la guerra che vuole farci
diventare cattivi, restò buono e giusto. Egli fu più uomo che soldato. Lo
ammiro e lo ringrazio, perché i nostri due popoli sono ora amici per merito
di uomini come lui, che costruirono la pace anche dentro la guerra.
La vera vittoria non e' dominare un altro, ma e' costruire insieme giustizia
e pace.
Oggi, questo onore che la Germania rende al cittadino di pace Josef
Schiffer, e' un onore per tutta la Germania. Le sue grandi tradizioni di
cultura e di civiltà, che il nazismo aveva tradito e offeso, sono
riaffermate nella pace, nell'amicizia tra i popoli. Dunque, contro le troppe
violenze militari ed economiche che ci sono nel mondo, e che generano altre
tremende violenze, lavoriamo insieme nella nuova Europa per la giustizia e
la pace.
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