venerdì 22 febbraio 2019

19 02 23 Sabato Marco 9, 2-13 + Basti un momento

[2] Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro
[3] e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
[4] E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
[5] Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!".
[6] Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.
[7] Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: "Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!".
[8] E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
[9] Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti.
[10] Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.
[11] E lo interrogarono: "Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?".
[12] Egli rispose loro: "Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato.
[13] Orbene, io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui".

È la Trasfigurazione, una rivelazione, manifestazione, solo per i tre. Attraverso qualche segno visibile, Gesù manifesta la luce spirituale divina che lo abita, normalmente nascosta, che si può cogliere nelle sua azioni e parole. Ora è dato anche un poco vederla, intuirla, confermata da una parola udita nell'intimo. A me non piace la parola gloria, neppure per Gesù, né per il Padre. Pietro esprime la bellezza di quel momento, e vorrebbe perpetuarlo, ovviamente. Si vorrebbe non perdere più quello che di grande e di bello si coglie in un momento privilegiato, estatico. Ma siamo nel tempo, fatto di momenti diversi. Basti per sempre avere intuito, basti un momento di luce. E' inutile raccontare, anzi può essere equivoco, se non si è vissuto. Dopo, vengono le domande, le spiegazioni, che in quel momento non erano necessarie.
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