19 02 25 luned' + Marco 9,
14-29 + Anche l'incomprensibile
[14] [Di ritorno dal
monte della trasfigurazione] E giunti presso gli altri discepoli,
li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con
loro.
[15] Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo.
[16] Ed egli li interrogò: "Di che cosa discutete con loro?".
[17] Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto.
[18] Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti".
[19] Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me".
[20] E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando.
[21] Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia;
[22] anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci".
[23] Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede".
[24] Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami nella mia incredulità".
[25] Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più".
[26] E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "È morto".
[27] Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
[28] Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?".
[29] Ed egli disse loro: "Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera".
[15] Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo.
[16] Ed egli li interrogò: "Di che cosa discutete con loro?".
[17] Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto.
[18] Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti".
[19] Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me".
[20] E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando.
[21] Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia;
[22] anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci".
[23] Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede".
[24] Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami nella mia incredulità".
[25] Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più".
[26] E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "È morto".
[27] Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
[28] Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?".
[29] Ed egli disse loro: "Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera".
C'è un ragazzo epilettico,
la crisi è descritta con precisione, Gesù si informa come un medico
che fa anamnesi e diagnosi. Tra Gesù e il padre del ragazzo, che lo
invoca, c'è un piccolo grande dialogo sulla fede. Quell'uomo
addolorato compone il minimo e massimo trattato sulla fede: "Credo,
aiutami nella mia incredulità". Cioè: "Ho fede in te, ma
è piccola e debole, e solo tu in cui credo puoi aiutarmi a credere
meglio". Perché la fede non è la mia scelta di far conto su di
te, è l'incontro profondo, personale, inesautibile, di una vita che
aiuta una vita a vivere. L'epilessia è attribuita, (anche da Gesù,
che ignora come gli altri quel che ne sappiamo oggi noi), a quache
"soirito immondo", una specie più forte di spiriti
malefici. Non pare che Gesù agisca sul piano fisico: la crisi
cerebrale fa il suo corso e solo dopo Gesù solleva per mano il
ragazzo svenuto. Che fare con questa specie di brutto male? Pregare,
cioè mettere la vita, in ogni suo aspetto, anche l'incomprensibile,
in comunione col Padre della vita.
Nessun commento:
Posta un commento