martedì 9 aprile 2019

19 04 09 +  Giovanni 8, 21-30  +  L'eterno conflitto


[21] Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".
[22] Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?".
[23] E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.
[24] Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati".
[25] Gli dissero allora: "Tu chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che vi dico.
[26] Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui".
[27] Non capirono che egli parlava loro del Padre.
[28] Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
[29] Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite".
[30] A queste sue parole, molti credettero in lui.



Non so se sbaglio (non vado ora a consultare commenti autorevoli), ma sembra di capire che qui l'autore del 4° vangelo riflette e rimedita, anche con ripetizioni, e mette in parole più severe del solito, che attribuisce a Gesù, il significato della sua unità con il Padre e del rifiuto feroce che il mondo fa di lui. Molti non capiscono, molti (o alcuni?) credono in lui. Più che la cronaca di una controversia nel tempio, sembra di leggere qui l'eterno conflitto tra il mondo che non comprende Gesù e la parte che crede in lui. Non è forse il motivo che risuona in questo vangelo fino dal prologo? Ma nel prologo non è proclamata più fortemente la luce che salva?

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