sabato 7 novembre 2020

 29 dicembre 2019 

Se ti regalano un libro

Se ti regalano un libro, ti senti obbligato a leggerlo. Quell'obbligo dolce dell'amicizia, non quello duro della legge. Almeno scorrere introduzione e indice, capire la sostanza, un po' più del titolo e della quarta. Metterlo via chiuso, sembra uno sgarbo, come non ascoltare per nulla uno che ti parla.

Se è un romanzo, è più difficile. Ma puoi, intanto, pizzicare una pagina qui, una là, e respiri l'atmosfera, ti metti il gusto.

Se ti regalo - o ti propongo - un libro, non vorrei obbligarti, ma certo ti suggerisco un discorso che a me dice qualcosa di importante, di interessante. Vedi di cogliere qualcosa. E' come se io ti parlassi, nella nostra conversazione.

Stamani, in edicola, mi sono regalato un volumetto di una serie annessa ad un quotidiano: Moro (non Aldo ma Tommaso). E' un personaggio che mi ha sempre affascinato. Ho già letto di lui, tante volte. Questo libretto di oggi, l'ho letto subito, tutto. Mi sono sentito obbligato con me stesso. C'è un saggio di Armando Torno, e uno del curatore, il filosofo Giuseppe Goisis (da p. 63 a 140). Ci sono altri utili approfondimenti e pagine scelte. Il sottotitolo è "Moro utopista ma non sognatore". Lo propongo agli amici con cui discuto, a volte, con idee differenti, sull'utopia, tema lungo e ampio, come la storia umana. Quando sono stato a Londra, nella Torre, ho fotografato un ritratto di Moro sul muro, e ho chiesto ad un nipotino di stare lì, per venire insieme a Moro nella foto. Ho cominciato a spiegargli l'onore che gli ho fatto.  Il saggio di Goisis rende molto bene, mi pare, la profonda complessità e ricchezza del Cancelliere, martire del primato della coscienza,  con riferimenti ampi al pensiero etico-politico fino ad oggi, fino alla crisi in corso della modernità nella globalizzazione. Indico, e vale per tutta l'analisi, la p. 125: ci sono due tipi di utopia: quella geometrica, perfettistica, ingegneristica, prossima ad un universo concentrazionario; e quella inquieta, aperta, perennemente incompiuta, coraggiosa, dotta speranza, polmone di progettualità, tensione che domina e trasforma le paure, che non cede al pessimismo, unendo l'analisi concreta ad un esigente dover essere della politica. Tommaso Moro è maestro stimolante di questo buona utopia.

E. P.

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