sabato 7 novembre 2020

 

Dopo la democrazia  (2 febbraio 2020)

No, no, non è affatto superata. Teniamola ben stretta, e anzi ritroviamola e difendiamola dai “pieni poteri”, dal 48% che gradirebbe l'uomo forte, dal 15% che nega la Shoah. Solo che non basta, la democrazia che abbiamo. Ci sono “demo-crazie” dove il popolo ha il potere di eleggere i responsabili della politica, ma solo entro una rosa di possibili candidati, che esclude di fatto o deliberatamente altri. Questo tipo di democrazia, detto anche “democratura” (dittatura democratica) è falsa, va superata. Ci sono false democrazie che sono così tanto “prima io; prima noi”, da ritenersi in diritto di governare il mondo, con le buone o con le cattive, o con la finanza, o con le guerre e i droni. La democrazia di un popolo contro altri popoli, di uno stato contro altri stati, non è umana. La democrazia affezionata alla propria immagine armata, esibita nelle oscene esibizioni militari, che dedica molto di sé all'industria e al commercio e all'uso delle armi, non è abbastanza umana, non è il regime di un popolo umano. Non è demo-crazia. Ci sono democrazie dove la scelta popolare è solo in apparenza libera, ma profondamente condizionata e ingannata da un potente macchinario di menzogne, di falsità, di oscuramenti, di abbacinazioni. Non è demo-crazia, perché lì non decide il popolo, ma qualcuno decide della sua sorte.

Il grande valore storico della demo-crazia, anche quando è difettosa, è il superamento e la vaccinazione contro l'auto-crazia o la oligarchia, il potere di uno o il potere di pochi. Il suo valore è il superamento sia dell'ancien régime, sia delle dittature del Novecento. Raggiunto questo valore, la politica umana continua. La democrazia attuale deve diventare quella “onnicrazia”, potere di tutti, liberata da varie forme di violenza, che Aldo Capitini ha delineato e che cominciò a sperimentare.

Il popolo ha diritto di decidere, ma il popolo può sbagliare. La democrazia può suicidarsi: lo ricordava Bobbio, guardando al caso di Weimar. E poi, il popolo non vive bene solo per il fatto di decidere, se decide male. È potere vero del popolo, potere di tutti, se si decide per tutti, senza selezioni né esclusioni. Il potere-possibilità è reale se ha uno scopo, la sua qualità dipende dallo scopo. Allora la forma democratica (suffragio universale; libertà politica; partecipazione) deve avere obiettivi di bene comune e di giustizia. Questi valori sono sempre ricerca, non sono possesso certo di alcuni e non di altri. Ma la ricerca comune, aperta, libera, corretta, del bene comune e della giustizia, è parte essenziale di una democrazia umana: non basta la conta dei numeri. Coi numeri può vincere il male comune, un serio danno inferto al popolo ingannato.

La conoscenza, la cultura, il dibattito serio, l'informazione corretta, sono elementi necessari alla democrazia tanto quanto il Parlamento e le libere elezioni. Dove si può eleggere liberamente soltanto un miliardario, o un pifferaio arruffapopolo, non c'è vera democrazia.

La forma democratica, per realizzarsi, deve sapere escludere chi cerca l'interesse particolare, il vantaggio di una parte contro l'altra, la ricerca del potere per se stessi. Bisogna riconoscere come reato politico la ricerca dei “pieni poteri”, senza sufficiente controllo, e a scopo egoistico. Se non è ricerca del bene comune, non è demo-crazia. Il partito o la persona che non dimostra volontà di bene comune, più del bene proprio o della propria parte, non è democratico. Un popolo libero e consapevole deve potere riconoscerlo ed escluderlo.

La democrazia attuale deve svilupparsi, non conservarsi. Deve diventare cultura ed etica civile del “bencomunismo”, politica del massimo possibile bene comune. Se si vuole cercare un termine tecnico (anche “democrazia” è un termine tecnico) si può dire “agato-crazia” (potere del bene comune) e “agato-filia” (volenterosa ricerca del bene comune). L'impresa è grande e necessaria. Impegna il bambino a scuola come il grande manager, come gli intellettuali, come i candidati a rappresentare il popolo nelle istituzioni, come chi viene deputato a legiferare e governare.

E. P.

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