19 03 02 sabato + Marco 10,
13-16 + Diventare come loro
[13] Gli presentavano dei
bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.
[14] Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.
[15] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso".
[16] E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.
[14] Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.
[15] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso".
[16] E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.
Anche oggi, le mamme
presentano i bambini ad una persona buona, specialmente se è famosa
(a volte è famosa e non buona: certi dittatori!) per farli toccare,
accarezzare. Se poi c'è anche la foto... Nel caso di Gesù la foto è
questi 4 versetti, raccontati chissà quante volte da quelle mamme,
fino ai loro ultimi giorni, e infine scritti e raccolti da Marco. Ė
come se qualcosa di quella bontà, o fortuna, scendesse nel bambino.
Toccare è sempre importante, anche tra noi adulti o vecchi. Il corpo
è il primo sacramento. Lo usiamo anche troppo poco. Il corpo di Gesù
– le braccia, le mani -
è il pieno sacramento. La
comunione al pane e al vino nella cena eucaristica ci fa toccati
e benedetti come quei
bambini. Non importa che pensiamo la transustanziazione o la
transignificazione, o che non pensiamo nessuna teoria. Importa che
crediamo che Gesù ha promesso di essere davvero dove, anche solo due
o tre di noi, si riuniscono per fare in sua memoria - «Fate
questo in memoria di me» - quel
mangiare insieme che è un totale essere insieme, corpo, sangue,
vita, spirito. Per questo
conta la fede comune a tutti i cristiani, e non le differenti ipotesi
teoriche. Per questo
si comincia finalmente (a Torino da 8 anni, anche ad Avellino, e qua
o là) a celebrare ogni tanto l'eucarestia insieme
cattolici e protestanti.
Ma torniamo ai bambini. Gesù si arrabbia coi discepoli che li
allontanano. Bisogna essere come i bimbi per accogliere il regno di
Dio, la realtà nuova. Altrove dice: "Se non diventerete come
bambini....". Diventare, non ritornare! Qualcuno mi ha proposto
una spiegazione: essere bambini vuol dire crescere, guardare avanti,
correre, essere tesi al nuovo, essere capaci di meraviglia, essere
all'inizio, sulla soglia, senza la nostra pretesa di aver visto tutto
e di saperla lunga, anche su Gesù. Ricordo qualche
anno fa, una eucarestia
domestica in una famigliola, dove il papà, senza pensarci due volte,
diede un
pezzetto
di pane eucaristico al bambino di due anni. Fece
male? Nessuno si
scandalizzò.
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