domenica 31 marzo 2019

19 04 01   +   Giovanni 4, 43-54  + Anche una fede minore


[43] Trascorsi due giorni, partì di là per andare in Galilea.
[44] Ma Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria.
[45] Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
[46] Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao.
[47] Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
[48] Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete".
[49] Ma il funzionario del re insistette: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia".
[50] Gesù gli risponde: "Và, tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.
[51] Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: "Tuo figlio vive!".
[52] S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: "Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato".
[53] Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: "Tuo figlio vive" e credette lui con tutta la sua famiglia.
[54] Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea. 

 

Gesù torna in Galilea, racconta Giovanni, ma sa già che non sarà ricevuto come profeta. Invece c'è chi ricorda i segni già dati (rivediamo i capitoli precedenti). Quindi, un funzionario del re gli chiede la guarigione a distanza del suo bambino. Gesù vorrebbe una fede senza prodigi, ma non nega la parola che guarisce all'istante il bambino. Allora tutta la famiglia crede in Gesù. Il Battista, i suoi primi compoagni, la Samaritana, hanno creduto in lui alla sola parola e all'incontro personale. Ora Gesù accetta anche la fede di chi trova in lui una forza di vita fisica.







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